Chiesa parrocchiale

La chiesa di Arborea, che prende il nome di "Chiesa parrocchiale del Cristo Redentore", è collocata nel centro storico di Arborea, davanti alla piazza. Alla sua sinistra troviamo l'oratorio salesiano dedicato a San Giovanni Bosco, mentre alla sua destra vediamo il teatro ed il campo sportivo.
La chiesa di Arborea, nata frà il 1927 ed il 1928, nel periodo fascista, è stata progettata da un architetto milanese, Bianchi.
La chiesa si erge al centro del lato corto orientale della piazza che è costruita in stile neo-romanico.
Molti elementi dell'architettura padana e delle valli dell'Adige la rendono pressochè unica in Sardegna.
La facciata sembra quasi staccarsi dal resto dell'edificio, per la vivacità dell'aspetto.
L'interno è ampio; ha una sola navata affiancata da quattro cappelle.
Quelle più vicine all'altare, sono occupate dal coro che anima la funzione e dall'organo.
Quella dove c'è il coro è dedicata a Maria Ausiliatrice.
Le alte due cappelle sono dedicate a San Giovanni Bosco e l'altra al Sacro Cuore di Gesù.
Nella cappella dedicata al Sacro Cuore di Gesù è presente una tela raffigurante Gesù con il cuore in rilievo; questa tela è affiancata da due
nicchie, in una e riposta la statua di Santa Rita, nell'altra la statua dell'Immacolata
Nella Cappella dedicata a Don Bosco è sistemata una dipinto raffigurante Don Bosco e il suo "allievo" San Domenico Savio.
L'altare che è sistemato in questa cappella è stato donato alla comunità di Arborea dai figli dell'ingegnere veneto Giulio Dolcetta, uno dei protagonisti della bonifica della zona malarica dove ora sorge Arborea.
Gli archi, cinque a sesto acuto e quattro a tutto sesto, sono decorati vistosamente, con motivi di gusto modernista di sapore celtico-medioevale.

Abbiamo tre monofore per lato sormontate da cinque rosoni per lato.
La chiesa di Arborea presenta un doppio ingresso: il principale e quello secondario, situato nella zona del presbiterio.
Di fronte all'ingresso principale è locato l'altare.
La zona del presbiterio rimane rialzata rispetto al corpo della Chiesa e vi si accede tramite quattro gradini in marmo, di cui uno molto grande che precede la zona del presibeterio.

Ci sono due altari in marmo; uno, quello più vecchio, è addossato al muro dell'abside e sopra di esso troviamo il tabernacolo; al suo fianco ci sono due statue di angeli che reggono una candela ciascuno e due porte che mettono in comunicazione la Chiesa con la sacrestia.
L'altro altare è quello di più recente costruzione, dove si svolge l'intera funzione; esso è affiancato da due amboni in marmo.

L'interno della Chiesa è rivestito in marmo; anche il pavimento è in marmo, però non levigato e presenta dei motivi ornamentali a mosaico.
Caretteristici e pregevolissimi sono i candelabri-portalampade ed il lampadario in ferro battuto, disegnati, come la chiesa, dall'architetto Bianchi.

Di grande interesse è la pala dell'altare datata 1933, che rappresenta il Cristo nell'episodio evangelico della moltiplicazine dei pani e dei pesci, attornato dai contadini polesani e sardi nei costumi caratteristici.
Il dipinto è opera del pittore cagliaritano Filippo Figàri (1885-1974), uno dei massimi artisti sardi del novecento.

L'esterno della chiesa è caratterizzato dall'alto campanile, che svolgeva anche un'altra importantissima funzione; infatti all'interno del campanile c'è un serbatoio d'acqua in grado di contenere fino a 40 mq. d'acqua.
Quasi tutto l'esterno è ricoperto di trachite rossa del Monte Arci.
La facciata presenta un ampio portone d'ingresso, affiancato da due lampade sovrastate da un mosaico raffigurante Gesù assiso in cielo e la scritta "ADOREMUS".
Nel campanile è posto un orologio e quattro bifore. Sopra le bifore troviamo un'altra scritta:"RESURGO".
La scritta RESURGO, posta sul campanile su proposta di Filippo Figari, sta ad invitare gli abitanti delle montagne a guardare tranquillamente la pianura ormai bonificata completamente.

Alessandra Pinna